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mercoledì 18 febbraio 2015

Il calcio a Cuba. Quando la politica impedisce di sognare.



Oggi inauguro questo blog con un articolo molto particolare. Ciò che voglio fare in quest’avventura non è scrivere di cose che tutti sanno, ma piuttosto donare curiosità e informazioni su tutto ciò che circonda il calcio e/o un avvenimento calcistico.

Quindi, il mio primo articolo, come leggete anche dal titolo, sarà dedicato  al calcio cubano. 
Perché questa scelta? Beh , l’isola di Cuba ha una storia molto folta e quindi è interessante vedere come questa storia si sia intrecciata con lo sport più famoso al mondo. Iniziamo con il dire che il Calcio , in molti paesi, rappresenta una speranza. Tanti bambini, ragazzi, desiderano di poter un giorno diventare dei calciatori professionisti e fuggire dal mondo di povertà in cui vivono. Per un bambino che ama il calcio, ogni luogo diventa uno stadio importante, ogni oggetto un pallone ed ogni goal una sensazione indimenticabile. Il calcio fa sognare milioni di ragazzi in ogni luogo e dà speranza a tanti di loro.


Ma in tutti i luoghi è stato possibile sognare di diventare un calciatore importante?
 Di giocare nei migliori stadi del mondo e di ambire a traguardi incredibili? La risposta è no. Parliamo quindi di Cuba. Nell’isola 
Rogelio Alvarez
caraibica, il calcio non è uno sport molto famoso e non si sa di preciso quando sia nato. Probabilmente nel 1911, ma notizie certe non se ne hanno. Molte più notizie si hanno sulla nazionale di calcio Cubana, che nasce nel 1930 ed esordisce contro la Giamaica Britannica, trionfando per 3 a 0. Dedichiamoci alla nazionale di calcio. Per un calciatore cubano , nella seconda metà del Novecento, giocare per la nazionale era un’occasione. Un ‘occasione per fuggire da Cuba. E non accadeva solo per i calciatori. Perché? Tutto riguarda la politica attuata a Cuba riguardo lo sport. Nel 1961 , dopo la rivoluzione e con la nascita del governo Castro nel 1959, lo sport professionistico era stato abolito. Ciò significava che gli sportivi erano considerati dipendenti pubblici, quindi ricevevano uno stipendio statale, che nulla aveva a che fare con gli stipendi milionari dei colleghi stranieri. Oltre a questo, ogni sportivo cubano, non aveva la libertà di giocare al di fuori dell’isola caraibica. Quindi, come detto nel titolo, la politica impediva di sognare . Impediva agli sportivi di avere soddisfazioni, di raggiungere i propri obbiettivi e di cimentarsi in competizioni più forti . I campioni erano costretti a vedere i loro sogni, le loro possibilità di successo mondiale , cadere . Cosa accadeva quindi? Gli sportivi fuggivano. Appena la nazionale Cubana si recava in paesi stranieri per le competizioni internazionali, alcuni di loro si davano per latitanti, chiedendo asilo politico al paese in cui si trovavano. La prima fuga avvenne ad opera di Rogelio Alvarez, noto giocatore di Baseball che nel 1963 fuggì negli Usa. Molti sono stati anche i calciatori che , approfittando di eventi internazionali, lasciavano Cuba . Ma cosa comportava questa fuga? La possibilità di ritornare nel proprio paese per sempre oltre al fatto di essere disonorati e additati come traditori.
La situazione è ancora così? No per fortuna. Nell'ottobre del 2013, il governo  di Raul Castro ha riaperto allo sport professionistico. Ciò non solo consentirà agli sportivi di guadagnare molto di più, ma anche di poter giocare all'estero e ricevere i premi per le competizioni internazionali. Un passo avanti molto importante, che permette alle nuove generazioni cubane di poter sognare e di poter ambire a grandi successi.. Ed in fondo è quello che lo sport fa da sempre.

Ora per concludere l’articolo, vi regalo qualche informazione sulla nazionale di calcio Cubana.
L’unica partecipazione ai mondiali di calcio è quella di Francia 1938. I cubani riuscirono ad arrivare ai quarti di finale, ma furono sconfitta dalla Svezia con il risultato di 8 a 0 ( Peggior risultato della storia Cubana).
Non partecipò neanche alle qualificazioni per il mondiale di Usa 1994. Chi conosce un po’ di storia, può capire benissimo il motivo. Magari ne parleremo in un nuovo articolo , adesso ci sarebbero troppe altre cose da dire e l’articolo potrebbe risultare troppo lungo.
L’unico trionfo in una competizione è la Coppa dei Caraibi del 2012. Quando la nazionale cubana sconfisse il Trinidad e Tobago per 1 a 0 in finale.


Per oggi mi fermo, qui…Spero che l’articolo possa essere di vostro gradimento. 
Vi ricordo di passare sulla mia pagina facebook ---> Tosky - L'assist del Dieci

Ciao e alla prossima!

TOSKY





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